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IL RITRATTO DI DORIAN GRAY 
liberamente tratto dal romanzo di Oscar Wilde

ideazione e libretto di TATO RUSSO
musiche di MARIO CIERVO e TATO RUSSO
orchestrazioni GIOVANNI GIANNINI
scene UBERTO BERTACCA
costumi GIUSI GIUSTINO
coreografie AURELIO GATTI
virtual orchestra system ideato e programmato da MAURIZIO SANSONE
disegno luci PATRIK LATRONICA
aiuto regia CRISTINA GRIMANDI
regia TATO RUSSO

 

con Tato Russo, Michel Altieri,

Irene Fargo, Priscilla Owens,
Katia Terlizzi, Filippo Brunori

 

Dopo Masaniello, Viva Diego, I Promessi Sposi, Tato Russo tenta di far rivivere, nella sua trasposizione musicale, uno dei più grandi romanzi della letteratura moderna: quel Ritratto di Dorian Gray che fu non solo uno spartiacque tra due secoli, ma anche tra due modi e mondi letterari conseguenti.

IL ROMANZO


Michel AltieriLondra 1891.
Dorian Gray, un giovane di incomparabile bellezza, viene ritratto dall'amico pittore Basil Hallaward in un quadro di straordinaria somiglianza, nel quale l'artista, invaghito dallo splendido candore del ragazzo, riesce ad immortalare magnificamente quell'idea di bellezza che Dorian Gray suggerisce ai suoi ammiratori. Convinto, poi, che l'opera sia intimamente legata al suo modello, Basil regala il quadro al giovane. Dorian Gray, nel frattempo, conosce lord Henry Wotton, raffinato epicureo, mentore cinico e dotato di particolare eleganza, il quale mostra al giovane amico la facile strada verso un'esistenza lussuriosa e priva di alcuno scrupolo morale, la più congeniale alla sua incontaminata bellezza. Si appropria della filosofia di vita e delle maniere da perfetto dandy del suo mentore e ben presto comincia a guardare alla bellezza come a qualcosa di assolutamente irrinunciabile, tanto da provare invidia verso il suo stesso ritratto, trasformandosi nel più affascinante esemplare dell'estetismo decadente. Così, il ragazzo lascia la fidanzata, un'attrice di teatro di nome Sybil Vane, che, per il dolore, morirà suicida e si abbandona ad una vita di dissipazione e di vizi che culmina con l'omicidio dello stesso Basil. L'ossessione per il suo aspetto estetico conduce il protagonista ad invocare il demonio, affinché conceda a lui di restare eternamente giovane e bello e al quadro di invecchiare al suo posto. Per uno strano sortilegio, la richiesta si avvera: nessuna traccia della sua vita balorda e sfrenata segna il suo splendente volto, mentre il quadro, nascosto in soffitta, porta mostruosamente i segni della sua aberrazione. Dopo ogni sparizione da Londra, al rientro, si reca segretamente in soffitta per controllare e schernire il suo ritratto che invecchia sempre di più, giorno per giorno, e si trasforma a ogni delitto o malvagità che egli compie, quasi fosse diventato lo specchio della sua anima, un severo atto di accusa contro la sua condotta immorale. Al punto che Dorian non riesce più a sopportarne la vista e, in un momento di disperazione, lo sfregia con un pugnale. Ma colpire il ritratto, che racchiude in sé la sua anima, significa colpire se stesso ed improvvisa avviene una doppia metamorfosi: il ritratto torna quello d'uno splendido giovane, mentre sul volto di Dorian compaiono i segni della sua vita dissoluta. Per terra rimane il corpo di un irriconoscibile e mostruosamente avvizzito Dorian Gray, morto con un coltello conficcato nel cuore.


NOTE DI REGIA DI TATO RUSSO

Il Ritratto è uno di quei romanzi che quando leggi da ragazzo ti impressionano di più, fai fatica a dimenticarlo, i dubbi, le domande che ti propone, la storia dei suoi personaggi e la progressione dei suoi avvenimenti ti segnano per sempre. Già 30 e più anni fa ne avevo subito l'irresistibile fascino e ne avevo realizzato una trasposizione teatrale rimasta inedita per la scena. Così erano rimasti inediti gli scritti in prosa di Masaniello e Viva Diego fin quando non mi prese questa passione per la scrittura in musical. Il mio Dorian riscritto per la scena mi è sembrato immediatamente adatto al percorso musicale intrapreso alcuni anni fa e che ha assicurato il successo ai miei tre musical precedenti ( Masaniello, Viva Diego e I Promessi Sposi) . Certo avrei perduto il fraseggiare paradossale e algebrico di Wilde, faticosamente riportato nella versione in prosa, sarebbe stato difficile o impossibile inseguire il vezzo dell'aforisma del paradosso linguistico e della frase ad effetto, ma il racconto mi ispirava atmosfere musicali di spessore gotico e la narrazione pensavo ne avrebbe guadagnato sottratta al giocoso effluvio verbale di Wilde. Molti accadimenti sottintesi son così venuti alla luce nel libretto, molti altri sono stati inventati, favoriti da una musica che ne pretendeva l'accadimento, molti personaggi appena descritti sono stati immaginati come principali e così la storia si è popolata di figure tragiche di una Londra vissuta tra club e saloni dell'alta aristocrazia e una Soho di bettole luride, di porti e angiporti dove il vizio e la corruzione dei corpi fanno da sponda e da contrappunto al progetto di corruttela delle anime . Dorian e solo lui costituisce il punto di incontro tra le due città, due strade, due mondi. Da una parte l'estetismo decadente delle classi dominanti tutte protese verso un ideale di bellezza inutilmente eterna. dall'altra il realismo delle classi sottoposte alle prese soltanto con la bruttezza di un'esistenza non tollerabile.
Spero che anche questa volta come nelle precedenti occasioni il pubblico riesca ad amare questa mia novità assoluta. 
A presto. Tato Russo.

 

 

In tour nella stagione 2004/2005
per le date consultare la rubrica "On Stage"

 

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