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Ricomincio da Sandy
Simona Samarelli ha raggiunto il successo teatrale sostituendo Lorella Cuccarini nella ripresa di Grease, un ruolo che rimarrà fondamentale nella sua carriera: ma ora è giunto il momento di pensare anche ad altro, magari a una <<cattiva ragazza>>...

Simona SamarelliSe c'è un musical che più di ogni altro ha segnato la vita teatrale italiana negli ultimi anni questo è certamente Grease. Esauriti su esauriti ad ogni riproposta e, come si suol dire, invertendo l'ordine dei fattori il risultato non cambia. Sia infatti che i protagonisti fossero i «divi» Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia, sia i più recenti, e bravissimi, Michele Carfora e Simona Samarelli, il successo è rimasto immutabile.
Proprio Simona Samarelli, arrivata al teatro dopo molta esperienza come ballerina televisiva, ma anche come cantante e conduttrice, ha colpito con la sua Sandy fresca, comunicativa, ingenuamente sexy. L'abbiamo incontrata per farci raccontare un po' da lei la sua carriera, i suoi sogni, le sue ambizioni. Lasciamole la parola.
«Io ho iniziato studiando danza. Appena ho compiuto diciott¹anni sono andata a Parigi dove ho passato tre anni a mezzo a studiare mattina e sera. Ho vinto anche delle borse di studio. Le prime audizioni le ho fatte in Francia dove mi sono inserita in una compagnia di danza contemporanea. Tornando in Italia, la mia prima audizione è stata per fare parte del corpo di ballo di "Buona Domenica", dove fui scelta. Sono seguiti molti altri programmi televisivi nei quali ho lavorato prevalentemente con il coreografo Marco Garofalo».
La tua aspirazione era comunque il teatro?
«Sicuramente. All¹inizio non pensavo al musical perché non avevo nemmeno scoperto la possibilità di cantare e di recitare, una scoperta molto recente. Tre anni fa ho cominciato a sostenere i primi corsi di canto e tip-tap e ho sostenuto il mio primo provino per il teatro, che mi portò ad essere presa come ballerina in "Un americano a Parigi" con Christian De Sica e le coreografie di Franco Miseria. Durante questo lavoro feci anche l'audizione per "Grease" e fui scelta come nuova Sandy».
Un americano a Parigi ti ha aiutato a capire che la tua strada era il palcoscenico?
«Sì, anche se fin da piccola rimanevo incantata davanti ai film musicali. Adoravo Shirley Temple e mi identificavo in lei. Non pensavo mai che un giorno mi sarei trovata a cantare e ballare io stessa, soprattutto perché l¹Italia era un paese dove non c¹era tradizione per questo tipo di spettacolo».
Parliamo dell'esperienza di Grease, un musical rodatissimo in Italia, con dei riferimenti ben precisi. Quale era il tuo stato d¹animo?
«Volevo farmi conoscere soprattutto dalla Compagnia della Rancia, una compagnia che lavora molto e molto bene. La concorrenza era notevole. Io sono rimaste tra le ultime sette che sono state provinate per Sandy. Tutte molto brave, non pensavo che mi avrebbero scelta. Era il mio primo provino come cantante e attrice. Mi sembrava più che altro una storia da raccontare».
La tua Sandy è solamente «tua» o ti sei ispirata all'Olivia Newton John del film piuttosto che a Lorella Cuccarini?
«Il film l'ho rivisto un paio di volte prima di incominciare le prove, perché era parecchio tempo che non lo vedevo. La Cuccarini, invece, non l'ho vista nel precedente "Grease", per cui non avevo modo di sapere come si destreggiasse con il personaggio. Il mio punto di riferimento è stato in minima parte l¹Olivia Newton John del film, ma poi ho cercato di mettere il massimo di me stessa. Saverio Marconi, avendo a disposizione solo venti giorni di prove, non ci ha dato la possibilità di prendere spunti ma ci ha lasciato il modo di trovare il personaggio dentro di noi. Eravamo "obbligati" a tirare fuori delle cose nostre. Come è normale che sia i paragoni si fanno. Lorella è un¹artista amatissima da tutti, ma io ho cercato di superare questa "eredità". Mi sono messa in gioco in maniera "forte", con grande voglia di lavorare».
Il bilancio dopo il primo anno di tournèe?
«È un musical che non mi stanca, "Grease". Coinvolge talmente il pubblico che tutto ci ritorna in energia. A me ha dato moltissimo e ogni giorni imparo cose nuove. Ho sviluppato di più la mia voce, ho più coscienza della scena. È molto importante avere cominciato come protagonista in teatro con un ruolo così. Io ho cercato di seguire, leggendo il copione, gli stati d'animo di Sandy per farli mie. La Sandy dello spettacolo è un po' diversa da quella del film».
Ma non vorrai essere per sempre Sandy... cosa ti aspetti oggi dal teatro?
«Mi piacerebbe ricoprire un ruolo completamente diverso, magari da cattiva - ride di gusto - perché è un altro lato di me, un altro modo di esprimermi. Magari una ragazza frivola,dispettosa, perché no? Adorerei recitare in "Chicago", ad esempio, o in un lavoro qualsiasi firmato da Bob Fosse. Questa stagione, però, per me significa ancora Sandy, Sandy, Sandy...»
Rimpiangi la televisione?
«No - è molto decisa - balletti come se ne facevano una volta adesso non se ne fanno quasi più. Poi oggi come oggi non mi stimolerebbe, probabilmente, essere solamente una ballerina. Purtroppo il teatro, alla televisione, non interessa più. Non importa più, a questo mezzo, potente finché si vuole, il fatto artistico in quanto tale; bisogna inventarsi qualcosa perché si porti alla ribalta quello che hai fatto, Qualcosa di extra-artistico. E queste regole, a me, non stanno bene».
A buon intenditor poche parole. In bocca al lupo, Simona...
 


Emilio Alba



 

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