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Rodolfo Valentino il musical



RAFFAELE PAGANINI in
RODOLFO VALENTINO
il musical

 di Harold Troy
traduzione e adattamento Paolo Orlandelli
musiche Maurizio Fabrizio
coreografie Silvie Mougeolle
scene Francesco Scandale
costumi Silvia Morucci
light designer Massimo Tomasino
regia Claudio Insegno

Rodolfo Valentino, un mito in carne e ossa. Un uomo, o meglio un ragazzo, entrato nella leggenda grazie a una fugace apparizione nel mondo della celluloide e ad una morte tanto inaspettata quanto misteriosa. Un artista che ha incoronato il tipo classico di bellezza mediterranea a modello di seduzione universale. Un attore raffinato, insieme asciutto e sensuale. Un professionista consapevole delle enormi prerogative del mezzo cinematografico e sempre più esigente in materia di creazione e verosimiglianza.
Un esteta, affamato di bellezza, che interpretò la vita come un sogno, un romanzo, un film.
Rodolfo Valentino guadagnò la fama di grande amatore grazie a film di enorme successo, non tutti di qualità. Soprattutto Valentino fu il primo modello di maschio a differire dai canoni di bellezza americani (biondi e sorridenti). Oltre alla sua intrigante bellezza mediterranea Valentino godeva del fascino dello straniero, del barbaro conquistatore. Sguardo tenebroso, aspetto curato, modi cavallereschi, fu identificato con l’amatore di professione.
Divenne l’oggetto del desiderio di tutto il pubblico femminile del cinematografico e, malgrado tutto, il tipo più imitato dai playboy dell’epoca. La sua morte improvvisa si abbatté come una frustata in pieno volto sui milioni di ammiratori e simpatizzanti e servì tragicamente a fissare la sua fama al gradino più alto. Morì a trentuno anni. Si era posto all’attenzione del pubblico solo otto anni prima, regalando alla macchina da presa la prorompente pienezza della sua gioventù. Attore versatile, ballerino, collezionista di oggetti d’arte, Valentino si circondava di bellezza e curava in modo maniacale il proprio personale.
Possedeva un’innata eleganza, un portamento sofisticato e disinvolto insieme, aveva gusto, intuito, passione per lo studio e l’esercizio fisico. Si costruì una casa da favola e spese un patrimonio per arredarla. Ogni centesimo che guadagnava veniva investito per la realizzazione di un mondo di sogno di cui si sentiva protagonista. Il cinema, come dimora della fantasia, esprime l’unica dimensione in cui Rodolfo Valentino si trovasse perfettamente a suo agio.
L’unica in cui potesse essere sé stesso ed altri mille personaggi contemporaneamente, l’unica da cui gli fosse possibile abbracciare le folle di ammiratori e soddisfare il suo disperato bisogno d’amore.
Natacha fu la donna del suo destino. Lasciandolo lo privò di un solido punto di riferimento facendolo soccombere alle proprie debolezze.
La morte di Valentino è tuttora avvolta nel mistero ma è certo che dal momento della separazione fino alla morte, Rudy fu profondamente infelice.

Una nuova avventura nel musical per il ballerino classico Raffaele Paganini, questa volta senza la Compagnia della Rancia.

 

Le date nella nostra rubrica "On Stage"

 

 

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