Nostalgia dei
Loretta's days
Con
Maledetta primavera show, uno spettacolo musicale dedicato alla
grande show-woman italiana; in scena i quattro «fratelli Goggi»
Continua
con successo la proposta di spettacoli/tributo ad artisti famosi
che hanno fatto grande la parabola del teatro musicale nel mondo.
E se nel West End e a Broadway impazzano i vari Mamma mia (per l'indimenticabile
complesso degli anni '60/70), Taboo (per Boy George), We Will Rock
You (per i mitici Queen), sulle scene di casa nostra si è
assistito ad un omaggio alla grande Loretta Goggi. Artista che non
ha certo bisogno di presentazione; grande e versatile attrice,
cantante e soubrette che non a caso, proprio lo scorso anno, il
pubblico italiano del teatro musicale ha impalmato «migliore
attrice protagonista» per il nostro «Musical Award» andato in
scena lo scorso dicembre al Teatro Ventaglio Nazionale di Milano
(vedi numero di novembre/dicembre 2003 di «Musical!»).
Nasce
così Maledetta primavera show, uno spettacolo che porta un
sottotitolo La vera storia degli altri quattro fratelli Goggi,
prodotto da The Aries e scritto da Diego Longobardi e Massimiliano
Palmense; una commedia musicale ispirata ai grandi successi di
Loretta Goggi intorno a cui ruota una storia da grande «sogno
americano», di cui sono protagonisti quattro orfanelli
abbandonati nei pressi del Radio City Music Hall di New York a cui
gli autori hanno affibbiato una stretta parentela con la nostra
star, Loretta Goggi appunto.
Si
sviluppa così l' esilarante e per alcuni versi drammatica vicenda
di questi fratellini separati dall' adozione di quattro diverse
famiglie, che si ritrovano, ognuno col suo fardello di complessi e
frustrazioni, nel comune desiderio di guadagnarsi un posto di
rilievo nella Grande Mela e dove se se non in campo musicale?
Dopotutto buon sangue non mente; in Italia, in quegli anni,
furoreggia un'ex-bambina prodigio che è diventata cantante,
attrice, imitatrice e partecipa con successo al Festival di
Sanremo.
Così
tra psicodrammi e divertenti gags, assistiamo ad un mega evento
musicale in Italia dove i quattro artisti-fratelli-goggi si
esibiscono nei brani più celebri della carriera musicale di
Loretta Goggi e proprio da qui parte il flash-back del racconto
della vita dei quattro ragazzi, dei problemi che hanno dovuto
affrontare per arrivare fino a quel momento. E tutto questo è
stato abilmente raccontato e tenuto il filo del racconto dallo
stesso autore dello spettacolo Diego Longobardi, bravo nel vestire
i panni oltre che del narratore, anche dei vari personaggi che
aiutano i quattro ambiziosi artisti nella loro scalata al
successo. E sono tutti bravi i quattro attori sia nel loro
personaggio di «fratelli goggi» sia nell'interpretazione delle
canzoni hit di Loretta (come «L'aria del sabato sera»
«Maledetta primavera», «Dirtelo non dirtelo», «Pieno d'amore»)
interpretate con una mimica che era tipica della bravissima
cantante, ad esempio il muovere le mani e la testa in modo
particolare nell'interpretare le canzoni di un'epoca d'oro della
canzone italiana che hanno risvegliato le emozioni che spesso un
brano musicale sa infondere all'anima dell'ascoltatore.
E
citiamo i protagonisti nella loro riuscita esibizione: Alberta
Izzo (Alexia Goggi), Chiara Arancini (Breeze Goggi), Gianni Testa
(Jack Goggi) e Marco Mancini («Loretto» Goggi) che hanno portato
al successo lo spettacolo nelle recite previste a Roma e Milano
con la speranza che lo spettacolo trovi la possibilità di poter
girare in tournée, perché ha tutte le carte in regola, grazie
alle essenzialissime scene (un palcoscenico vuoto con pochi
elementi in proscenio) di Marco Tribaldi, alle coreografie di
Antonio Scarafino e agli arrangiamenti musicali di Riccardo
Gnerucci, per regalare un paio d'ore di allegria, di buone canzoni
e, perché no, un po' di nostalgia per quei favolosi anni '80. Il
pubblico si diverte molto, specialmente i fans di Loretta Goggi
che, con grande emozione, hanno potuto godere, in una delle
recite, della presenza in teatro della vera Loretta e della vera
sorella Daniela che hanno applaudito con grande divertimento i
«fratellastri» che si esibivano sulla scena.
Sabino
Lenoci
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