
PARIGI - Da Victor Hugo e William Shakespeare, dalla Bibbia a Broadway,
tutto fa ballare e cantare per la nouvelle vague parigina dei musical ''à la
française'', che in questi giorni propone con grande successo la versione francese e
danzante di Romeo e Giulietta.
Dopo Notre Dame de Paris, commedia musicale liberamente ispirata al
dramma di Victor Hugo e rivisitata da Luc Plamondon e Riccardo Cocciante, che, nonostante le ritrosie della critica, ha registrato per
mesi il tutto esaurito nella grande sala del Palazzo dei Congressi, e il kolossal biblico I Dieci comandamenti diretto dal regista
cinematografico Elie Chouraqui, messo in musica dal compositore e
cantante tuttofare Pascal Obispo, (le
110 rappresentazioni dello spettacolo hanno totalizzato 418mila ingressi, con una ripresa
prevista per il prossimo ottobre), il pubblico parigino si
è ora appassionato per un'altra storia vecchia come il mondo,
l'amore infausto di Romeo e Giulietta, in scena al palazzo dei Congressi dal 18
gennaio. Tutto esaurito per i prossimi tre mesi e quattro milioni di dischi venduti: il
musical Shakespeariano si annuncia come il successo dell'anno. Composto da Gerard
Presgurvic e diretto da Redha, che firma anche le coreografie, il musical Romeo e
Giulietta, anzi, Romeò et Juliette ha coperto in anticipo le colossali
spese di produzione di svariate centinaia di milioni di franchi. I due giovani
protagonisti, Damien Sargue, 19 anni, e Cecilia Cara, 16, fanno da mesi le copertine dei
settimanali, e i due hit, Aimer e Vèrone, sono i preferiti delle radio.
In cartellone fino a maggio, il musical degli amanti di Verona ha già suscitato
l'interesse di inglesi, tedeschi, spagnoli e italiani.
Sull'onda delle commedie danzanti, ha debuttato allo storico teatro
parigino della Porte Saint Martin l'altrettanto storico Singin' in the rain,
orchestrato da una ventina di musicisti jazz, con venti
solisti e 24 ballerini. E per la prossima stagione sono già cominciate le prove di un
remake musicale di un importante episodio della storia francese della fine dell'Ottocento,
la condanna del capitano francese di origine ebraica Alfred Dreyfus. Tutto, a Parigi, si
può ormai raccontare con le canzoni e i balletti.
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