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Continua l'appuntamento con la rubrica

" Io e il Musical"
Questa volta Massimo Davico ha intervistato il Ministro della Giustizia
On. Piero Fassino


fassino2.jpg (51899 byte)E’ nota la Sua passione per il musical, genere che ora si sta affermando anche in Italia. Da cosa ha avuto origine questo interesse?
Fin da ragazzo ho coltivato passione per la musica e soggiornando più volte negli Stati Uniti ho via via imparato ad amare il musical che è uno straordinario intreccio di musica, danza, coralità.
Ha già avuto occasione di vedere qualche produzione di casa nostra ? E cosa ne pensa?
Sì ho visto i pochi musical italiani prodotti in questi anni, anche se nella produzione italiana – ed europea – prevale nettamente la recitazione parlata sulla musica e sul ballo. Mi pare che il musical americano costituisca almeno per ora una tipologia di spettacolo difficilmente imitabile.
Qual è il musical che le è piaciuto di più in assoluto?
Sono appassionato ad alcuni: "Show Boat" che rappresenta forse il più classico musical; "West side story" e "A Chorus line" che sono forse i migliori esempi di coralità scenica; "42 street" che ha raccolto riconoscimenti in tutto il mondo; e ho amato molto il film “New York New York” che ci ha fatto conoscere la più straordinaria esibizione di Liza Minelli.
Ci sono spettacoli che a Londra e New York stanno in scena per oltre dieci anni. Pensa che in Italia sarà possibile fare altrettanto?

Difficile perché un genere non si esporta. Il musical è figlio dell’America, dei suoi ritmi, del suo sound, del jazz. Il musical non si capisce se lo si separa dal “sogno americano”.
L’ingresso di un musical (“West side story”) alla Scala, ha fatto sorgere qualche polemica tra gli amanti del “bel canto”. Lei cosa ne pensa?
Non ho mai condiviso la distinzione tra “musica seria” e “musica frivola”. Fare musica è sempre un’opera culturale impegnativa. E non credo che un musical come "West side story" richieda meno impegno, creatività e passione di quanto ne richieda un’opera lirica. Dunque, ben venga anche il musical alla Scala.
Quale canzone tratta da un musical ricorda particolarmente?
“Summertime” di Gershwin in “Porgy and Bess”, “Ol’ man river” in “Show Boat” e molte altre.
In Italia si affermano preferibilmente i musical brillanti. Lei personalmente preferisce i musical comici o quelli drammatici?
Anche in America ci sono musical più brillanti e altri di segno drammatico come “Il fantasma dell’Opera” o “Sunset Boulevard”. Io preferisco i primi perché in genere molto più ricchi di effetti scenografici e corali. Ma anche tra i secondi ci sono spesso spettacoli straordinari.
E’ vero che in occasione di una sua vacanza a New York ha assistito a 9 musical in una settimana?
Si è vero. Gli Stati Uniti non sono dietro l’angolo di casa. Quando ci vado, approfitto e “faccio il pieno”.
Cosa augura alle compagnie di musical italiane?

Di crescere, di vedere riconosciute le loro professionalità e di avere successo.

A cura di Massimo Davico