Dal "CORRIERE DELLA SERA" del 16/12/2002
«Ballo al cinema, ma sogno uno show a Broadway» LOS ANGELES - «E’ stato straordinario diventare Velma, in Chicago . Sin da bambina, sognavo di imitare Ginger Rogers e di avere, un giorno, uno show tutto mio a Las Vegas e a Broadway», ride Catherine Zeta Jones, 33 anni. Erede, hanno già decretato i critici americani, dello stile di Cyd Charisse in Cantando sotto la pioggia . Danzatrice provetta, Catherine, nel ruolo di una omicida spregiudicata e romantica allo stesso tempo, fa faville nel film di Rob Marshall, in Usa a Natale e a seguire in Italia, uno degli assi della Miramax ai prossimi Oscar. Un trionfo annunciato, dopo la prima a Los Angeles del film dal musical di Bob Fosse del 1975, con tutte le star di Hollywood presenti. L’attrice, elegantissima nell'abito nero di Valentino e in attesa del secondo figlio in primavera, era mano nella mano del marito Michael Douglas. A lei, star del musical nella Chicago del 1929, protagonista con Renée Zellweger (nel ruolo della rivale Roxie), Queen Latifah, Lucy Liu e il vanesio e corrotto avvocato Richard Gere, sono andati tanti applausi. Gambe lunghissime velate di nero, sigaretta in bocca, sguardo perduto ma non domato dietro le sbarre: questa è la romantica e cinica Velma Kelley. Da ventisette anni tutte le attrici, da Goldie Hawn a Madonna, volevano interpretare Velma. Lei ce l'ha fatta. «Sono felice di essere stata scelta per prima nel cast da Rob Marshall, sei volte vincitore del Tony Award, grande coreografo e regista di Broadway. Adoro il musical e Chicago unisce alla musica temi importanti di passione e satira del mondo dei media, dello show business e del successo». C’è una scena del film che può riassumere tutti questi temi? «Due. Quando dalla prigione un uomo sventola un fazzoletto bianco e le copie diverse e già pronte dei giornali, una con scritta "assolta" e l'altra "condannata", aspettano in strada. L'altra è il duetto delle "nemiche" Velma e Roxie». Se dovesse riassumere la storia del film? «Ci sono donne che uccidono perché tradite e che sognano lo spettacolo della vita. Così sono Velma e la sua nemica-amica Roxie, in prigione per aver ucciso il loro uomo. Rivali nella conquista da dietro le sbarre della loro immagine propagandata dall'avvocato che le difende (Richard Gere). La musica si fonde in una vera metafora perché il film affronta anche l'orrore della pena di morte e la corruzione della legalità. Amore, illegalità, sesso, successo diventano elementi sui quali meditare». L'avvocato Gere cita Shakespeare... «Velma le aveva già fatte sue: "Tutto il mondo è un palcoscenico e uomini e donne sono giocatori. Hanno le loro entrate e uscite e ogni uomo nel tempo concessogli gioca molti ruoli"». Rivalità con la Zellweger? «Non scherziamo. Velma e Roxie sono complementari, lo aveva raccontato Ginger Rogers in Roxie Hart nel '41. Se Cabaret di Bob Fosse nel 1972 aveva reinventato il musical, Chicago lo ha rilanciato in tutte le sue componenti e anche nella complicità femminile». Tutti cantante e ballate nel film: un duro lavoro? «Entusiasmante, ma la massima di "Chicago", la vita è un vaudeville" era uno stimolo, come la musica di Danny Elfman, dal jazz al tango. Velma è la diva, ma è Roxie a immaginare tanti numeri di musical. Bellissimo è il ruolo di Queen Latifah, il capo carceriere delle donne». Un secondo figlio nel 2003, la commedia con Clooney «Intolerable Cruelty» di Joel Coen, cosa vuole ancora Catherine? «Stabilità nel mondo e poter continuare a fare il mio lavoro senza togliere alcunché alla mia famiglia. Attendo con orgoglio il lancio del film da regista di Michael, interpretato da tre generazioni di Douglas. E sono orgogliosa in questo tempo difficile di poter regalare al pubblico Chicago perché, lo penso da sempre, anche il musical può risollevare, arricchire lo spirito». |
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Giovanna Grassi |