IL MUSICAL
"CANDIDE" ALLA SCALA: SPETTACOLO PIACEVOLISSIMO Abbiamo
chiesto a Federico Bellone, regista delle ultime edizioni
di "Grease" e "La Piccola Bottega degli orrori",
di vedere per noi il "Candide" di Bernstein in
scena al Teatro alla Scala di Milano, per la regia di
Robert Carsen. Lo spettacolo, con la direzione orchestrale
di John Axelrod, le scene di Michael Levine, i
costumi di Buki Shiff e le coreografie di Rob Ashford,
viene replicato ancora questa sera, venerdì 13 luglio, e il
prossimo mercoledì 18 luglio.
Il
Candide di Bernstein attualmente in scena al Teatro alla
Scala è a tutti gli effetti uno spettacolo piacevolissimo,
confezionato con idee, motivazioni efficaci e trovate deliziose.
Lo spettacolo, fiasco la prima volta a Broadway nel 1956,
successo a Brooklyn nel 1973 grazie alla sua nuova sede e ad un
nuovo adattamento, all’epoca della sua creazione manteneva,
attualizzandola, quella carica corrosiva del romanzo satirico
Candide ou L’optimisme scritto da Voltaire nel 1759 su cui
l’opera si basa. Robert Carsen, regista della nuova versione
scaligera dell’opera, coprodotta con il Théâtre du Châtelet di
Parigi e con la English National Opera di Londra, attualizza
nuovamente la fonte originale trasponendo “la fallimentare
filosofia dell’ottimismo” di Voltaire nell’America del XX secolo
e trova così un chiave efficace per rendere giustizia
all’irriverenza mordace, demolitrice e irrefrenabile del musical
originale anche ai giorni nostri.
I 27 numeri musicali dello spettacolo, spaziando dai più
differenti ritmi di danza ad un’ironica parodia della tecnica
dodecafonica, rappresentano una varietà stilistica e un
eclettismo fuori dall’ordinario, accomunati da un taglio, in
generale, molto brillante e dall’unicità dello stile di
composizione Bernstiano. Tali diversità erano state
originariamente raggruppate dal compositore stesso sotto la
definizione di “comic operetta”, poi convertita
nell’allestimento successivo in “commedia musicale” o “musical”
(termini dal significato equivalente come spiega ogni valido
dizionario della lingua italiana o italiano-inglese).
Le scene di Michael Levine sono un susseguirsi di buone idee
sempre coerenti incorniciate da un tubo catodico d’effetto,
elemento forse meno giustificato tra gli altri, che offre
l’opportunità per proiezioni divertentissime (ad esempio
Voltaire che alza il dito medio per indicare l’inizio del primo
atto). Funzionali i costumi di Buki Shiff con qualche caduta di
stile per alcuni capi indossati dal coro. Godibili le
coreografie di Rob Ashford, eseguite impeccabilmente dal corpo
di ballo del Teatro alla Scala, non altrettanto dal coro,
probabilmente estraneo a movimenti coreografici particolarmente
complessi.
Attore superbo Lambert Wilson nei ruoli di Voltaire, Pangloss e
Martin e impeccabile nelle parti recitate in lingua italiana
(gradita trovata che il personaggio di Voltaire, data la sua
istruzione, narri al pubblico la vicenda nella lingua del luogo
in cui lo spettacolo viene rappresentato). Eccellente tutto il
resto del cast.
È un piacere che nella stagione del teatro d’opera più
importante al mondo trovino posto spettacoli musicali moderni,
che intrattengono il pubblico facendo scaturire vere e proprie risate o
sincera commozione, probabilmente con la stessa freschezza dei
tempi in cui debuttavano per la prima volta le opere dei più
importanti compositori della storia della musica.
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