Sabrina Ferilli: “Da donna di sinistra sono distante da Meloni”.

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Scritto da: Redazione • 22 Agosto 2023
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Non ha mai nascosto il suo interesse per la politica, Sabrina Ferilli (Un paio d’ali, Rugantino). proveniente da una famiglia che ha fatto dell’impegno politico una costante, l’attrice si è raccontata a Vanity Fair in un’intervista in cui ha avuto anche la possibilità di fotografare l’attuale momento che attraversa l’Italia sotto il profilo politico, dicendo la sua sia sul premier Giorgia Meloni, che sulla segretaria PD Elly Schlein.
Sul capo del governo, Sabrina Ferilli fa un bilancio del primo anno alla guida dell’esecutivo, tenendoci a sottolineare la distanza che la separa dalla leader di Fratelli d’Italia: “È un capo di un governo di destra, e quello è, quello fa. Io sto a sinistra e su tanti temi sono molto distante. Dicono: è preparata. Ma che fosse preparata lo sapevo anche prima. L’errore della sinistra sotto elezioni e stato quello di dire: non votatela perché è fascista, invece di proporre alternative. I sondaggi la danno ancora ben salda, evidentemente la gente è soddisfatta. Ma faccio anche la tara di chi sono io…“. Non risparmia nemmeno se stessa, rimarcando la distanza tra le sue necessità da privilegiata e quelle di tutti:
Mi sono sempre ritrovata a sinistra anche quando non ero d’accordo per una montagna di miei pensieri che continuo a credere validi: una nazione che non è solo patria, l’accoglienza che non può essere razzista, il diritto di cittadinanza che deve essere dato a chi nasce e cresce qui. Sono temi tuttavia che non sono interesse di tutti, perché a noi non ci manca di arrivare a fine mese, non ci mancano i soldi per farci curare dal medico privato o per mandare un nipote a una scuola privata. Faccio parte di una fascia, più piccola, di persone privilegiate: non perché lo sono non posso parlare, anzi, però le mie preoccupazioni “pesano meno” di quelle della maggioranza che vive le difficoltà tutti i giorni”.
Quindi, da donna di sinistra non poteva esimersi da un’opinione su Elly Schlein: “È troppo radicale e fa fatica a convogliare l’interesse di tutti. Faccio l’esempio della scuola: l’Italia ha livelli di analfabetismo e di abbandono scolastico preoccupanti, non è stato fatto nulla e la sinistra è stata al governo per tanti anni. Se non coltivi le nuove generazioni, la cultura, come fai a far crescere il Paese? Ma mi viene in mente anche il diritto all’aborto: la sinistra, pur potendo, non ha mai affrontato il problema degli obiettori di coscienza, che di fatto rendono inapplicabile la legge 194. Poi c’è il tema del salario minimo, sacrosanto, una battaglia che solo ora è stata sollevata, un po’ in ritardo…”.
(Fonte:fanpage.it a cura di Andrea Parrella)

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