Addio al regista Norman Jewinson

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Scritto da: Redazione • 23 Gennaio 2024
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È morto il regista canadese Norman Jewison, che ha diretto film memorabili come «La calda notte dell’ispettore Tibbs», «Il violinista sul tetto», «Jesus Christ Superstar», «Rollerball», «Agnese di Dio» e «Stregata dalla Luna». Si è spento nella sua casa di Los Angeles all’età di 97 anni sabato 20 gennaio, come ha annunciato il pubblicista Jeff Sanderson a nome della famiglia. Tra gli anni Sessanta e gli Ottanta Jewison – autore progressista di un cinema di impegno civile e tecnicamente molto innovativo – ha collezionato una serie di meritati successi e sette candidature agli Oscar, oltre all’Orso d’argento alla regia nel 1988 al Festival di Berlino per «Stregata dalla luna» e al prestigioso premio Irving G. Thalberg, assegnatogli nell’ambito degli Academy Awards nel 1999 come riconoscimento alla carriera.
Nato a Toronto il 21 luglio 1926, dopo la laurea nel 1950 Norman Jewison si trasferì a Londra, dove in due anni apprese le regole del mestiere di autore televisivo alla Bbc. Tornato nella sua città natale lavorò alla tv canadese Cbc dal 1953 al 1958, per poi dirigere e produrre a New York vari spettacoli musicali, tra cui alcune puntate di «The Judy Garland show» (1962-63). A Hollywood fece il suo esordio nella regia con il film Disney «20 chili di guai… e una tonnellata di gioia» (1962), seguito da alcune commedie, due delle quali interpretate da Doris Day: «Quel certo non so che» (1963) e «Non mandarmi fiori» (1964).
Si affermò come cineasta innovativo con il quinto film «Cincinnati Kid» (1965), dove analizza metaforicamente le dinamiche sociali e la loro conflittualità, presentando le partite di poker tra il giovane sfidante (Steve McQueen) e l’anziano e ormai affermato avversario (Edward G. Robinson) come autentici duelli. A questo film fece seguito «Arrivano i russi, arrivano i russi» (1966), primo lavoro a essere anche prodotto dal regista e prima nomination all’Oscar come miglior film. Da allora il mondo lacerato dal razzismo divenne una costante della filmografia di Norman Jewison, con un’ideale trilogia sull’intolleranza verso gli afroamericani negli Stati Uniti: il poliziesco antirazzista «La calda notte dell’ispettore Tibbs» (1967), per il quale ottenne una nomination all’Oscar per la regia, film basato sul personaggio di un detective afroamericano interpretato da Sidney Poitier; «Storia di un soldato» (1984), nuovamente candidato all’Oscar come miglior film; e «Hurricane – Il grido dell’innocenza» (1999), che trasforma la vicenda del pugile Rubin Carter in un atto d’accusa verso il sistema poliziesco e giudiziario statunitense.
Norman Jewison in diversi film ha indagato l’autorità costituita, che calpesta giustizia, legalità e solidarietà, come in «Il caso Thomas Crown» (1968) e «Il violinista sul tetto» (1971), rivisitazione musicale dell’antisemitismo nella Russia zarista, che ottenne due nomination all’Oscar per la regia e il film. Uno dei suoi maggiori successi fu «Jesus Christ, superstar» (1973), cui il regista contribuì anche come sceneggiatore, collaborando all’originale rielaborazione del musical teatrale. Ha poi diretto «Rollerball» (1975), uno dei capisaldi della fanta-sociologia degli anni Settanta; «…e giustizia per tutti» (1979). «I soldi degli altri» (1991) rappresenta una delle più riuscite e implacabili satire del capitalismo selvaggio e del libero mercato degli anni Ottanta, impersonato dal rapace affarista Garfield (Danny DeVito). Da ricordare tra le altre sue pellicole: «F.I.S.T.» (1978), «Amici come prima» (1982), «Agnese di Dio» (1985), «Stregata dalla luna» (1987), «Vietnam: verità da dimenticare» (1989), «Only You – Amore a prima vista» (1994), «Bogus – L’amico immaginario» (1996), «Hurricane – Il grido dell’innocenza» (1999), «A cena da amici» (2001) e «La sentenza» (2003). (Fonte: corriere.it)

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