Nuovo tour europeo per “Jesus” con Ted Neeley!

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Scritto da: Redazione • 29 Marzo 2019
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Al via il nuovo tour europeo di “Jesus Christ Superstar”: l’immortale rock-opera di Webber e Rice con la regia di Massimo Romeo Piparo e interpretato dal carismatico Ted Neeley, è stato presentato ieri mattina alla stampa tedesca al Musical Dome Köln di Colonia. Lo spettacolo ripartirà il prossimo 4 aprile dall’Olanda: a Groningen (Martinplaza – dal 4 al 7 aprile) e successivamente ad Amsterdam (Afas Live – dal 12 al 14 aprile) e Den Hagg (World Forum Theater – dal 18 al 21 aprile), prima di raggiungere anche Colonia (Musical Dome Köln – dal 26 al 28 aprile) e Madrid dove sarà in scena dal 22 maggio al 9 giugno al Teatro de la Luz Philips sulla Gran Vía.

La storica edizione italiana dell’opera rock più amata di tutti i tempi, già premiata in Europa con il prestigioso Musical World Award, non conosce confini e continua a conquistare spettatori di tutte le età e di ogni nazionalità. Un vero e proprio fenomeno internazionale dai numeri record: 24 anni di consensi di pubblico e critica, più di 1.600 rappresentazioni, 160 artisti che si sono alternati nel cast, oltre 1milione e 780mila spettatori dei quali 180.000 solo in Europa, quattro diverse edizioni e ancora, 12 anni consecutivi in cartellone nei Teatri italiani dal 1994 al 2006, e con Ted Neeley ininterrottamente dal 2014.

Il pubblico europeo avrà dunque ancora una volta il privilegio di godere dell’interpretazione di Ted Neeley, il Gesù originale del celebre film di Norman Jewison del 1973, sempre capace di trascinare gli spettatori in un vortice di emozioni.

Jesus Christ Superstar, prodotto dalla PeepArrow Entertainment in collaborazione per l’Europa con Tec – TheaterEntertainmentConcerts, è rappresentato in lingua inglese. Lo spettacolo, con la travolgente orchestra dal vivo diretta dal maestro Emanuele Friello, vedrà in scena un cast di incredibile talento: accanto al mitico Ted Neeley nei panni di Gesù, anche il brasiliano Nick Maia (Giuda), Paride Acacia (Hannas), Simona Distefano (Maria Maddalena), Andrea Di Persio (Pilato), Giorgio Adamo (Simone), Francesco Mastroianni (Caifa), Mattia Braghero (Pietro), Salvador Axel Torrisi (Erode), e un grande ensemble di acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini coreografati da Roberto Croce, con le scenografie di Teresa Caruso e i costumi di Cecilia Betona.

Leggendo i Vangeli sembra quasi scontato che il sottofondo musicale debba essere Rock. Che l’ambientazione più adatta sia un deserto con alcuni elementi architettonici statici e animati dalla sola potenza della musica. Che l’epoca più giusta per la loro rappresentazione siano gli anni ’70.
Eppure prima di Jesus Christ Superstar non era così – dice il regista Massimo Romeo Piparo –. Ecco perché l’Opera di Webber e Rice è entrata nel Mito. E quel Mito non va assolutamente dissacrato, re-interpretato, elaborato: va rispettato, omaggiato, celebrato. Quel Mito oggi si fa realtà attraverso Ted Neeley: una lezione di vita e di professionalità per tutti noi artisti italiani. Dopo 40 anni la sua umiltà, la sua semplicità e al contempo la sua forza smisurata, la sua contagiosa passione sono esempio vivido della statura che un Artista deve avere per diventare Mito. Grazie a lui ripercorro 20 anni di studio dedicato a questa Opera e metto a segno la mia versione più matura e compiuta di questo capolavoro del Teatro musicale. E così, con la stessa emozione del primo giorno di repliche in quel lontano 1994, ogni sera si rinnova il magico rito che ci restituisce l’idea di un mito eterno. Il suo confronto con la stessa ragione di essere: da un lato il popolo, dall’altro chi lo governa. Tutti al contempo artefici e vittime di un tradimento commesso per amore da chi “vive per la morte” e il cui ruolo si compirà solo quando, abbandonata la veste istituzionale di custode di un sodalizio di vita, offrirà e procurerà per sé la morte. Un mito eterno per un popolo che ancora oggi non ha smesso di subire il proprio martirio – prosegue Piparo – ma ha visto moltiplicarsi la serie di martiri diretti o indiretti: si continua a morire perché altrove, in questa terra, è deciso così. Non cercate di trovare segni in questa messinscena, né confronti con epoche, fasi storiche: c’è l’eterno, intramontabile senso di angoscia per un’umanità che da sempre elegge i propri messia per poi mandarli al martirio, crea i propri miti per poi distruggerli, professa la propria ideologia per prontamente rinnegarla“.

(Foto di Margot De Heide)

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