
MICHELE CARFORA: MI PIACEREBBE INTERPRETARE IL
MUSICAL "HAIR"
L'intervista di Morena questa volta è con Michele
Carfora, attore-cantante-ballerino, interprete di numerosi
musical.
Domanda. Ciao Michele, hai da poco
finito la ripresa del musical "Rent" dove sei tornato ad
interpretare il protagonista Roger come nella prima edizione del
2000. E' cambiato Roger della prima edizione rispetto ad oggi?
Risposta. Certamente. Roger, il musicista-compositore alla
ricerca del successo, è diventato più cosciente e meno
selvatico. Ha forgiato maggiormente il suo carattere con le sue
paure e la sua determinazione. Quando lo interpretai nel 2000
era un ruolo drammatico più ragionato. Oggi ho dato più spazio
ai sentimenti.
D. Quali sono le paure di Roger?
R. Roger ha contratto l'AIDS dalla sua precedente fidanzata e
quando si innamora di Mimì (è interpretata da Karima Machehour
ed è una ballerina-spogliarellista in un night-club, ndr)
anch'essa sieropositiva, ha difficoltà a vivere questa storia
d'amore in modo sereno, per il problema che affligge entrambi.
Le paure di Roger si focalizzano sulla sua malattia che avanza,
e sul modo di affrontarla.
D. Che c'è di te in Roger?
R. A Roger ho dato tutta la mia anima artistica. Questa è stata
la prima volta in cui mi sono immedesimato totalmente in un
personaggio.
D.
Non è facile intepretare un personaggio malato di Aids. Come lo
hai creato?
R. La paura principale di Roger è quella per il domani e per
poter trasmettere questa sensazione mi sono rifatto a ciò che ho
provato quando, qualche tempo fa, ho avuto un grave incidente.
Come Roger anch'io ho avuto paura del domani.
D. Qual è la scena che ti emoziona di più?
R. Quella in cui ho un confronto molto acceso con Mark (è un
regista ed è interpretato da Gabriele Foschi, ndr) il mio
compagno di stanza.
D. Michele, tu sei uno dei pochi artisti che ha avuto la
possibilità di lavorare nel musical all'estero; infatti hai
interpretato con successo "Cats" nel 1992, "Pippin" nel 1993,
“Buddy Holly Story” nel 1995 e "Tommy" nel 1998. Che cosa
ricordi di queste esperienze?
R. Ricordo il coraggio che ebbi di prendere e mollare tutto per
andarmene all'estero. Così come ricordo molto bene come
all'estero sorpresi gli addetti ai lavori, perché non credevano
che un italiano sarebbe stato capace di interpretare con
successo un musical.
D. All'estero hai frequentato la Scuola Nazionale di Musical
di Amburgo e, successivamente, dei corsi di perfezionamento in
canto, danza e recitazione negli Stati Uniti. Che differenza hai
riscontrato con l'Italia?
R. Notevoli differenze. Vedi all'estero riesci ad avere una
preparazione più completa grazie al fatto che gli insegnanti
sono più preparati. Chi vuole insegnare deve avere un buon
back-ground.
D. La tua avventura nel musical in Italia è iniziata con "A
Chorus Line" con la Compagnia della Rancia. Che cosa ti ricordi
di quel periodo?
R. Mi ricordo molto bene la costanza che ci misi per essere
scelto. Tentai due volte per "A Chorus Line": la prima, nel
1990, non fui scelto mentre la seconda volta, nel 1991,
finalmente riuscii ed il regista, Saverio Marconi, mi fece i
complimenti dicendomi che mi ero preparato molto meglio!
D.
Dopo "A Chorus Line" in Italia facesti "Grease" con Lorella
Cuccarini e Giampiero Ingrassia.
R. Di "Grease" ho uno splendido ricordo perché mi ha permesso il
salto di qualità facendomi conoscere ed apprezzare sia dalla
critica che dal pubblico.
D. A proposito di Lorella Cuccarini, che cosa ti colpì di
lei?
R. Lorella è un'artista completa ed è brava in tutto ciò che fa,
perché mette tutta se stessa cercando sempre di ottenere un
risultato credibile e perfetto.
D. Oltre al teatro hai fatto anche molta televisione come
ballerino in diversi programmi. Come vedi oggi la danza in
televisione?
R. Purtroppo non viene molto valorizzata. Vere e proprie
coreografie non si vedono più e, purtroppo, queste sono state
sostituite da "stacchetti" che non hanno molto a che fare con la
vera danza. Inoltre una volta in televisione andavano artisti
affermati che sapevano fare qualcosa: oggi non è più così ed è
un vero peccato.
D. Cosa vorresti consigliare alle nuove leve che si
affacciano sul palcoscenico?
R. Di studiare e di prepararsi bene. Di andare all'estero perché
è un'esperienza che ti apre il cervello a 360° e ti offre un
bagaglio completo.
D.
Quali sono i tuoi prossimi progetti lavorativi?
R. Per quanto riguarda il teatro sto valutando alcuni progetti. Da qualche tempo inoltre mi sto
dedicando alla fiction televisiva. Infatti ho recitato in "Don
Matteo", "Ricomincio da me" (la cui protagonista era Barbara D'Urso,
moglie di Michele Carfora, ndr) e, presto, mi vedrete in "Lo zio
d'America 2" con Christian De Sica e Lorella Cuccarini.
D. Fiction e teatro. Differenze.
R. Sono due ambienti molto diversi. In teatro la voce è
impostata e i gesti sono esagerati, mentre nella fiction i gesti
sono più contenuti e la recitazione deve essere il più possibile
naturale.
D. Siamo alla fine dell'intervista. C'è un musical che ti
piacerebbe interpretare?
R. Sì ed è "Hair", di cui sto traducendo le canzoni.
L'intervista si conclude qui ed io ringrazio Michele Carfora per
la gentilezza e la disponibilità.

Morena Pompignoli
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